martedì 1 febbraio 2011

"Il mio consiglio mia cara amica è di fare quello che senti"

abbiamo appena ricevuto questa mail da francesco, un amico di cui ascoltiamo sempre volentieri le sagge parole e con piacere la condividiamo con voi


"Ciao a tutti, riporto una riflessione stimolata da una lettera di un'amica, sensibile al periodo difficile che attraversiamo, stufa di restare in silenzio, di subire impotente.
La invio a chi segue un cammino di crescita interiore, contiene una visione (quella antica dei primi insegnamenti yoga, cui aderisco con passione) che non pretende di essere esatta, ma di abbracciare l'umano. Che va visto, compreso e innaffiato con costanza, nell'infinita pazienza di un suo frutto, ad oggi ancora acerbo.



Cara amica, so cosa accade quando si permette ad una certa visione di entrare dentro di noi: nasce un gran desiderio di combattere per una giustizia che sembra esserci stata tolta.
Agire è bene, credo, ma quando si è "troppo dentro" le cose si rischia di restare agganciati ad esse e farsi travolgere. Non c'è stata una sola rivoluzione nella storia umana che abbia avuto esiti interamente positivi, fatta eccezione per la rivoluzione interiore, quella che si costruisce silenziosamente ogni giorno dentro di noi, quella che sana noi stessi per primi. Ovvio, nel frattempo c'è bisogno di partecipazione attiva alle cose di tutti i giorni, dobbiamo fare delle scelte ed è bene essere consapevoli di quando dire sì o dire no. Ma un conto è dirlo con il dovuto distacco, con animo leggero, un conto è esserne travolti. Anche un guerriero, in battaglia, ha questa opzione da cui dipende l'esito della sua vita.

L'uomo soffre e crede di soddisfare questa sua sofferenza "avendo" cose, persone, potere. Ognuno ci passa dentro, prima o poi.  Se l'hai vista in te, la riconosci negli altri e sai perdonare. Perdonare non significa lasciar fare, subire, non significa chiudere gli occhi. Piuttosto restare desti, fare delle scelte che sanno vedere gli altri e i loro bisogni, lavorare con serietà per svelare se stessi e permettere agli altri i loro passi, con tempi e modalità che sono loro e vanno rispettate. Non fa lo stesso con noi la Vita, la Madre? Non aspetta paziente i nostri passi, permettendo infinite cecità?

Non serve molto altro, il resto è solo l'effetto del lavoro di un'intera umanità su questi temi e nessuno può fare dei passi per gli altri. Come non li puoi fare per un'amica che non vuole crescere, così non li puoi fare per un uomo politico che resta indietro, "psicologicamente immaturo", o per i suoi elettori che sono ammaliati dal suo potere a causa di un enorme vuoto collettivo.

Il mio consiglio mia cara amica è di fare quello che senti. Se devi combattere, combatti, se è il tuo destino non sarà evitabile. Ma il come farlo è tua responsabilità, tua dote. Agganciata o meno, identificata o meno. Serena o meno.
Ed io ti auguro di cuore di scendere in quel campo di battaglia con la forza del conoscerti e dell'esserti accettata, permessa, perdonata.
Buona giornata..
Francesco"

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