mercoledì 11 maggio 2011

quando la tolleranza non è di casa

da stamattina mi risuona nella testa la parola tolleranza.
ieri un increscioso episodio mi ha lasciato l'amaro in bocca: alcune  simpatiche persone disturbate dal rumore INSOPPORTABILE hanno deciso di movimentare la festa di compleanno di mio figlio di sette anni con offese, minacce, e chi più ne ha più ne metta.
all'inizio, sull'onda delle emozioni del momento  a prevalere in me erano la rabbia, il disappunto, un po' anche il fastidio che ho da quando ero bambina di essere sgridata.
ora hanno lasciato il posto a domande più grandi, più importanti e  naturalmente senza risposta. dov'è finita la tolleranza? dove iniziano e finiscono il rispetto per gli altri? è vero che se ti mettono i piedi in testa devi reagire? e quando ti insultano, ti abbassi a rispondere?
piccoli episodi senza importanza? quelli che non perdono occasione per prendersela con i bambini probabilmente non ricordano di essere stati bambini, e mi spiace per loro, diventando adulti gli si deve essere rinsecchito il cuore e non sanno più distinguere tra il rumore insopportabile e il suono dei loro giochi gioiosi.
chi non conosce la tolleranza non si limita a rovinare le feste ai bambini. fa danni peggiori e i nostri quotidiani purtroppo ce lo raccontano ogni giorno.
comunque auguri velasco! alla felicità che avevi negli occhi ieri sera!

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